Wattmetro Siemens L 76 W9 – 022


Wattmetro Siemens L 76 W9 – 022.
Per ora non è stato trovato negli inventari.
Nella collezione del Montani vi sono altri due wattmetri identici con le sigle: L 76 W11 – 081 e L 76 V12 – 140.

Sul quadrante i simboli CEI dicono che: misura in C.A. da 40 a 60 Hz; è elettrodinamico con ferro; il numero 1 forse si riferisce alla classe; va usato col quadrante in posizione orizzontale; è stato sottoposto ad una tensione di prova di isolamento di 2 kV.
Sul retro vi sono gli schemi per il suo uso.
Il primo a sinistra prevede l’uso diretto del wattmetro su una linea monofase con tensioni da 25 a 125 V.
Il secondo in basso, per mezzo di una resistenza addizionale, da la possibilità di misurare la potenza con tensioni di linea monofase da 250 a 500 V. Si noti l’uso di un simbolo del tutto inusuale per rappresentare quella che secondo noi è una resistenza addizionale.

Allo strano simbolo abbiamo dedicato una foto poiché nessun esperto di nostra conoscenza lo ha mai visto.

Il terzo schema prevede l’uso della cassetta di resistenze trifasi Siemens & Halske di cui abbiamo riportato qui due foto (per consultarne le due schede cercare “Cassetta di resistenze Siemens per misura di potenza reale su linee trifasi” nell’elenco di Elettrotecnica).
Essa è impiegata per realizzare un metodo di misura della potenza reale in un sistema simmetrico nelle tensioni con un carico equilibrato (correnti uguali in valore ed ugualmente sfasate).
Il vantaggio consiste nel poter impiegare un solo wattmetro invece dei consueti tre: la potenza totale P si ottiene moltiplicando per 3 il valore letto sul wattmetro.
Lo schema è riportato sul retro della cassetta ed è visibile in due foto; la bobina amperometrica va inserita in serie alla linea R.
Nello schema le resistenze trifasi sono collegate per formare un centro stella artificiale (Nullpunktwidwerstand) e sono corredate di quattro morsetti per fase, tre dei quali corrispondono alle portate rispettivamente di 125 V; 250 V; 500 V. I primi due morsetti con le scritte (U) e (25 V) servono per collegare la bobina voltmetrica del wattmetro, che evidentemente deve avere questa portata voltmetrica. Il ramo R presenta la prima resistenza, vicina alla (U) di valore inferiore a quelli delle altre due linee: 14607 Ω rispetto a 20857 Ω. La differenza di 6250 Ω corrisponde alla resistenza propria Rv del circuito voltmetrico del wattmetro da usarsi con questa cassetta. Per ogni portata bisogna calcolare la costante trifase C = 3 ( Ra + Rv ) / Rv . La potenza trifase P si ottiene moltiplicando la lettura sul wattmetro per C. In questo esemplare le tre costanti sono ben leggibili accanto ai relativi morsetti e valgono: C = 10 per la portata di 125 V; C = 20 per la portata di 250 V; C = 40 per la portata di 500 V.
Per chi volesse approfondire l’argomento consigliamo il testo indicato in bibliografia.
Se la corrente in linea supera la portata amperometrica del wattmetro, si ricorre all’inserzione semi-indiretta usando un trasformatore di corrente.
In una foto si vedono questo esemplare vicino ad un kilowattmetro della Trüb, Täuber & Co. G.A. Zürich.

Bibliografia: L. Olivieri , E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, CEDAM, Padova 1962, pp. 276, 277,278, 279.
Consulenza dell’Ing. Lorenzo Cognigni.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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