Dispositivo per lettura oggettiva a proiezione (Museo MITI)


  Dispositivo per lettura oggettiva a proiezione.
Il portalampada è delle Officine Galileo di Firenze, reca la matricola N° 1757 e risale ai primi del Novecento.
Il portascala, risalente allo stesso periodo, reca sia la scala semitrasparente di celluloide (suggerita da J. Carpentier nel 1884), su cui fare la misura, sia lo specchio orientabile, usato per inviare il fascetto di luce sullo specchietto del galvanometro.
La lampada posta sul suo supporto illumina lo specchietto orientabile del porta scala.
Questo, opportunamente orientato, invia la luce nella fessura sotto la scala al cui centro c’è un filo verticale che getta sullo specchietto del galvanometro un’ombra netta, circondata da una macchia luminosa.
A sua volta la luce, riflessa dallo specchietto del galvanometro si dirige sulla scala semitrasparente di celluloide e funge in tal modo da lungo ago indicatore.
Il pennello luminoso diventa in questo modo un lungo indice privo di massa che aumenta la sensibilità del galvanometro.
Poggendorf fu l’ideatore del metodo soggettivo nel 1826, poi realizzato e modificato da Gauss, Weber ed altri.
Mentre questo dispositivo segue il metodo oggettivo, dovuto a W. Thomson (Lord Kelvin).

In una foto si vedono altri strumenti parte dei quali si ritrova nella figura tratta dal catalogo di Carpentier,
citato in bibliografia. Sempre a proposito della foto si consiglia di vedere la scheda relativa al
“Galvanometro corazzato a specchio di Deprez-d’Arsonval”.

La lettura va fatta in ambiente opportunamente oscurato. Oltre a particolari accorgimenti, va tenuto presente che ad un angolo δ di rotazione subita dallo specchietto, la leva ottica fornisce un angolo doppio, 2δ. Vedi figura 1-431.

Bibliografia.
L. Olivieri ed E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, da cui è tratta la figura 1-431: metodo di lettura oggettivo per proiezione.
G. Veroi, Elementi di Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. II UTET, Torino, 1909 da cui è tratta la
figura senza numero.
A. Wilke e S. Pagliani, L’elettricità, Vol. II, UTE, Torino 1897, che riporta la stessa figura.
Figura che appare, come molte altre che si trovano in molti testi del primo Novecento, nei cataloghi di
Carpentier. Ad esempio la figura per la misura delle resistenze si trova sia in un testo del Veroi, sia nel
catalogo Ateliers Ruhmkorff, J. Carpentier, Ingènieur Constructeur, PARIS, 1907, sia nel catalogo del
Carpentier del 1904. Rinvenibili rispettivamente agli indirizzi:
http://cnum.cnam.fr/PDF/cnum_M9854.pdf ;
http://cnum.cnam.fr/PDF/cnum_M2081.pdf .
 Gli oggetti sono esposti al Museo MITI su proposta di Fabio Panfili.
  Foto di Federico Balilli e Daniele Maiani, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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