Tavola didattica sulle fasi di fabbricazione di una lampada Osram

  Tavola didattica sulle fasi di fabbricazione di una lampada Osram.
La foto mostra la tavola per fini didattici della Osram che elenca le varie fasi di fabbricazione di una lampada a filamento incandescente di tungsteno. Nella sezione Elettrotecnica si possono trovare le schede dedicate ad alcune antiche lampade che fanno parte delle decine appartenenti alla collezione del Montani.
Ricordiamo al visitatore che, cliccando col tasto destro del mouse su ogni immagine, e scegliendo tra le opzioni, la si può vedere nel formato più grande.
Partendo dalla prima figura in alto a sinistra, elenchiamo le scritte esplicative di ciascuna immagine: 1) Minerale di tungsteno 2) Acido di tungsteno 3) Polvere di tungsteno 4) Sbarretta di tungsteno 5) Filamento trafilato grezzo 6) Filamento di tungsteno ( liscio) 7) Filamento spiralizzato 8) Tubo per piattino e piattino 9) Stelo di sostegno e tubetto per l’estrazione dell`aria 10) Reofori 11) Piedino 12) Sostegno completo 13) Sostegno completo con filamento 14) Palloncino grezzo 15) Palloncino pronto per il montaggio 16) Lampada saldata 17) Zoccolo Edison Zoccolo Swan 18) Lampada dopo l’estrazione dell`aria 19) Lampada con zoccolo ( vetro chiaro) 20) Lampada timbrata (smerigliata).
Questa tavola è stata rinvenuta  dall’Ing. Claudio Profumieri ed è in cattivo stato.
La sua datazione, con la dovuta cautela, si potrebbe far partire dagli anni Trenta fino agli anni Cinquanta.
Riportiamo alcune stampe pubblicitarie d’epoca.
 Nelle due prime stampe si osserva che  la forma del filamento è molto simile ma sia il piedino sia lo zoccolo sono leggermente diversi.
Il marchio OSRAM è stato registrato il 17 aprile 1906 nel Registro dei marchi di fabbrica dell`Ufficio brevetti imperiale di Berlino (come si legge nel sito della casa); la sigla è nata dal nome dei due materiali necessari all’epoca per produrre i filamenti: l’OSmium e il WolfRAM ( in tedesco). Nel 1919 compare il logo con la lampadina, divenuto ormai famoso nel mondo.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo di Fabio Panfili.