Bilancia Galileo Sartorius N° 185335

Bilancia Galileo Sartorius N° 185335.La bilancia analitica è un modello realizzato dalle Officine Galileo di Firenze con la tedesca Sartorius, collaborazione nata ufficialmente nel 1948.
La scala di misura reca il N° 185335 e nel logo si legge:
“Galileo Sartorius Milano”.
La bilancia reca in alto a sinistra una etichetta col N° 1.
Nell’inventario D del 1937, al n° 781, si legge: “SEI. Bilance tecniche Sartorius di precisione, fornite dalla ditta Filippini – Genova, a due piatti sospesi in campane pneumatiche di smorzamento. ₤ 4000”.
Nello stesso inventario, però ripreso nel 1956, sono citate,
al n° 1723-20, due bilance Galileo-Sartorius, acquistate presso Manetti & Roberts, con portata 200 g e sensibilità 0,1 mg. Destinate al Laboratorio di Chimica.
Al n° 1165 in data 9 dicembre 1947 si legge: “Pesiere di precisione Sartorius (tot. g 200) DUE ₤ 11800. ERBA- Milano”.
Attualmente fanno parte della collezione del Montani due bilance di questo tipo; l’altra ha numero di matricola 185603 e l’etichetta porta il N° 4, come si può vedere in questo sito scrivendo “Galileo Sartorius” su Cerca.
La sensibilità citata è inferiore a quella riscontrata su questo esemplare.
  È una bilancia da laboratorio per pesate di precisione.
Lo strumento si basa sul raggiungimento delle equilibrio ottenuto con l’eguaglianza tra il momento, rispetto al fulcro centrale del giogo, del peso massa incognita e il momento dei pesi delle masse tarate; dunque, per ottenere la massima precisione, è necessario che la differenza in lunghezza dei due bracci sia minima, così come la differenza della loro massa. La portata massima è di 200 grammi.
Una colonna portante ha la base su una lastra di vetro nero. Il giogo orizzontale a fulcro centrale è stato accorciato, rispetto ai modelli precedenti, per ridurre i tempi di oscillazione fino all’equilibrio. Il giogo ha, lateralmente, due cursori a vite per equilibrare i bracci e, superiormente, un terzo per regolare il grado di precisione della bilancia. Le due campane pneumatiche servono per smorzare le oscillazioni dei bracci e accorciare ulteriormente il tempo per raggiungere l’equilibrio.
Ogni campana è fatta di d
ue tazze: una è collegata alla colonna sulla quale poggia il giogo e l’altra è inserita nella prima ed è collegata alla staffa che porta il piatto.
Lo smorzamento è dovuto al lento defluire dell’aria tra le due tazze durante le oscillazioni. Una lettura diretta si può fare osservando l’indice solidale col giogo su una scala dove, oltre a logo della Casa, si legge il numero di matricola.
Mentre una lettura più raffinata si fa per via ottica su uno schermo di vetro translucido sul quale è proiettata una scala a zero centrale; la luce proviene da una lampada posta sul retro. Una manopola posta anteriormente in basso, esterna alla vetrina, permette di alzare una forchetta che sostiene il giogo per bloccarlo.
Durante le operazioni di caricamento o scaricamento dei piatti, oppure durante i periodi di riposo, la bilancia viene tenuta in questa posizione di blocco. Una livella a bolla permette di mettere in piano lo strumento. Il caricamento meccanico delle masse-frazioni di grammi viene realizzato con un sistema a leve comandato dalle due manopole concentriche con le numerazioni a destra in alto, come si vede nelle foto.
Le frazioni ottenibili variano a scatti di 10 milligrammi, il range è da 10 a 990 milligrammi.
La cura nella protezione dell’atto di misurazione da fattori esterni viene ottenuta col contenitore in legno e vetro dotato di finestra frontale e sportelli laterali. La finestra anteriore si alza dolcemente in verticale con un sistema di contrappesi. Non si ha notizia della dotazione a corredo delle masse campione.
L’ ultima foto di una bilancia molto simile è tratta da: “Officine Galileo, Apparecchi per l’insegnamento della fisica, a cura del prof. R. Magini. 15 Novembre 1940”.
  Foto di Claudio Profumieri e di Contemporanea Progetti, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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