Amperometro magnetoelettrico a zero centrale da quadro Siemens & Halske N° 2081864

Amperometro magnetoelettrico a zero centrale da quadro  Siemens & Halske N° 2081864.
Nell`inventario D del 1937, al n° 7 si legge: “ N° 2. Amperometro da quadro – Siemens – magnetoelettrico, 10 A – zero centrale, N° 2081864 – 8 – munito di Shunt e conduttori collegamen. su mensola. ₤ 550. Prima destinazione (Laboratorio misure elettriche)”.
Siamo quasi certi che sia  più antico, ma gli inventari precedenti sono troppo vaghi nelle descrizioni.
Lo strumento è del tipo elettromagnetico, cioè l`equipaggio mobile è costituito da una bobina immersa nel campo di un magnete permanente, ha i morsetti posti sul retro, con lo shunt collegato in parallelo tramite due fili avvolti insieme, come era d`uso all`epoca. Tale tipo di collegamento serviva per attenuare gli effetti magnetici delle correnti circolanti nei due fili. Sul quadrante, oltre al logo della ditta e la grande A, in basso si leggono il numero di matricola, e i simboli del suo funzionamento: in corrente continua, in posizione verticale e con equipaggio mobile immerso nel campo di un magnete permanente.
Sullo shunt si leggono, oltre al logo S&H, la matricola N° 2081864/68, 10 A e 60 MV.
Sul retro dello strumento vi è il disegno del collegamento dello shunt con lo strumento che reca le scritte: “R = 2 × 0,035 Ω – 60 mV”. Lo shunt ha la forma di una lamina e generalmente è di manganina.
Per ora ignoriamo il significato della stellina rossa che potrebbe riferirsi alla tensione di prova a cui è stato sottoposto. Stellina che appare in molti strumenti dell`epoca.
L`ing. C. Profumieri ha sottoposto l`amperometro ad una attenta pulizia e a prove di funzionamento che confermano le sue ottime condizioni.
Nota: nell`inventario generale del 1923, a pag. 34, n° 1116/5 si legge:  “Amp. elettromagnetico per C.C. e C.A. scala doppia 0 – 10 A SH attacchi posteriori”; la descrizione differisce sia per  “scala doppia” sia per la capacità di misurare in C.A. , che per gli strumenti di tipo magnetoelettrico richiede la presenza di un raddrizzatore.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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