Le biotecnologie sanitarie dell’ITT Montani sfidano il dilagare culturale della “dieta occidentale”

Le biotecnologie sanitarie dell’ITT Montani sfidano il dilagare culturale della “dieta occidentale” causato dalla globalizzazione che ha trasformato il cibo in una merce il cui valore si esprime in termini di prezzo, senza tener conto dei costi sanitari e ambientali in termini di sostenibilità

La dieta “occidentale” è dominata da cibo a basso costo processato industrialmente con eccessi di grassi saturi, di zuccheri semplici a rapido assorbimento come quelli contenuti nei cereali raffinati, merendine, biscotti, cereali da colazione, succhi di frutta, bevande zuccherate e quelli nascosti in numerosi prodotti “insospettabili” usati per migliorare la conservazione, per dare croccantezza e friabilità, per bilanciare l’acidità, per addensare.

L’Istituto Superiore di Sanità riporta che il 40% del carico delle malattie cronico-degenerative come diabete, cardiovascolari, sindrome metabolica è attribuibile agli attuali modelli alimentari della “dieta occidentale” che ha sostituito la dieta mediterranea nell’80% degli Italiani.

L’anno scolastico che si è concluso ha impegnato la classe 5 A di Biotecnologie Sanitarie con il progetto “ Stai in salute con l’alimentazione consapevole del picco glicemico”. Le attività sono state coordinate dalla Prof.ssa Licia Gregori docente di Igiene, Anatomia, Fisiologia, Patologia, realizzate con la consulenza del medico dietologo dott. Domenico Cognigni e il patrocinio della Premiata Farmacia Michele Pompei di Porto San Giorgio che, per la sua mission riguardante la prevenzione, è stata parte integrante del progetto con la donazione di glucometri e strisce reattive per la misurazione della glicemia.

L’azione messa in atto è stata quella di misurare l’effetto della “dieta occidentale” e quello della dieta equilibrata del “Piatto Sano” sulla variazione della glicemia. I ragazzi/e hanno raccolto dati sulla glicemia della colazione, del pranzo e della cena su sangue capillare a intervalli di mezz’ora per due ore dopo il pasto; hanno elaborato le curve glicemiche; hanno confrontato la curva del pasto con dieta occidentale con quella del pasto con dieta equilibrata “piatto sano”. Per tutti i 22 studenti i risultati sono stati che la “dieta occidentale” determina uno squilibrio glicemico e che la quantità e la qualità del cibo assunto condizionano l’andamento della loro glicemia dopo il pasto.

La conoscenza e la comprensione dei meccanismi biochimici e fisiologici della nutrizione, integrate con una attività pratica “di misurazione” ha consentito ad ognuno di esercitare un controllo sulle proprie scelte alimentari e di migliorarle …..…..“Quello che può essere misurato, può essere gestito”. Le azioni messe in atto possono diventare abitudini e se lo diventano esse plasmano e rafforzano le reti sinaptiche che determinano quello che saranno in futuro e cioè il risultato di ciò che consumano. Solo sperimentando, i cambiamenti possono radicarsi in una nuova forma mentis e diventano parte integrante del modo di vivere dei nostri giovani.