Motore turbogetto Goblin de Havilland Mark 35 N°16219 2ª parte

Motore turbogetto Goblin de Havilland. Seconda parte
Il de Havilland Goblin, originariamente Halford H-1, era un motore aeronautico turbogetto progettato dall’ingegnere Frank Halford e prodotto inizialmente dall’azienda britannica de Havilland Engine Company e successivamente dalla Rolls-Royce Limited con la denominazione Rolls-Royce Goblin. Pur essendo stato concepito nel 1941, è rimasto invariato nella forma di base per 13 anni.
Il Goblin è stato tra i primi motori a getto equipaggiato su alcuni famosi aerei dopo la seconda guerra mondiale tra cui il de Havilland DH.100 Vampire.

Per una sommaria descrizione ci siamo avvalsi dell’istruzione N° 290 della Paravia che costruiva un modello del Goblin, poiché ci è sembrata efficace nella descrizione:
«Generalità sulle turbina a gas. Una turbina a gas si compone essenzialmente di un compressore, di una o più camere di combustione e di una turbina. L’aria, dopo essere stata compressa dal compressore, viene riscaldata a pressione costante nella camera di combustione dal carburante che in essa brucia; l’aria e i prodotti della combustione si espandono quindi in una turbina che sviluppa la potenza utile e fornisce contemporaneamente la potenza necessaria per azionare il compressore. (omissis). Il ciclo del motore a turbina è quello Diesel e le corrispondenti fasi sono facilmente riconoscibili. La fase di compressione avviene nel compressore; la fase di compressione a pressione costante avviene nelle camere di combustione; la fase di espansione avviene nella turbina e nel complesso di scarico. La potenza sviluppata dalla turbina può essere prelevata (omissis) sotto forma di energia di spinta facendo uscire, alla massima velocità, i gas di scarico da un opportuno ugello».

I particolari costruttivi  che seguono (indicati nelle figure 50636) sono descritti a grandi linee e non sempre corrispondono all’esemplare della collezione del Montani, ma servono al visitatore per avere un quadro di insieme.
1) Il corpo di prese d’aria, serve a prelevare l’aria e ad inviarla alle parti del motore che hanno bisogno di raffreddamento.
2) Il corpo diffusore porta i condotti che convogliano l’aria alle camere di combustione e i dispositivi a labirinto che assicurano la tenuta d’aria sulla faccia posteriore della ventola. I condotti sono opportunamente sagomati per far diminuire lungo di essi la velocità dell’aria e aumentare di conseguenza la pressione di ingresso nelle camere di combustione.
3) La ventola del compressore è munita di un certo numero di pale. Sulla parte anteriore del mozzo della ventola è bullonato l’albero anteriore, portato dal cuscinetto a sfere anteriore, che aziona gli ingranaggi di comando degli accessori.
4) La struttura centrale è costituita da un supporto sul quale sono montate le varie parti del motore.
5) Il sistema di combustione si compone delle 16 camere di combustione a flusso diretto e di altrettanti polverizzatori. L’aria passa dal compressore alle camere di compressione ad una certa pressione ed il combustibile dal collettore ai polverizzatori. Parte dell’aria viene impiegata per la combustione, parte si mescola con i prodotti della combustione per abbassarne la temperatura. La miscela così ottenuta passa nel complesso turbina. Le camere di combustione si compongono del focolare interno e dell’involucro esterno. Tra le due parti circola aria di raffreddamento. Le camere ed i focolari sono collegati tra loro da raccordi tubolari a gomito, esterni ed interni, in modo tale che, dopo l’accensione, la fiamma possa passare da una camera all’altra dato che solo due camere sono provviste di raccordo per gli accenditori elettrici. Si ottiene in questo modo anche un costante equilibrio tra le pressioni delle varie camere. Opportuni dispositivi vengono impiegati per mescolare intimamente il combustibile e l’aria comburente e per ripartire opportunamente l’aria nella parte che serve alla combustione e in quella che serve per il raffreddamento.
6) Complesso turbina. Le camere di combustione sono collegate elasticamente ad un distributore anulare che porta, verso la parte posteriore, numerose palette fisse orientate in modo da dare al flusso dei gas combusti la direzione più opportuna. I gas che escono dalle palette fisse del distributore investono le palette della turbina che sono portate da un disco di materiale resistente al calore. Le palette, il disco e l’involucro costituiscono le parti più delicate del motore perché soggette ad alte temperature e a notevoli sforzi.
7) Il complesso costituito dal condotto di scarico comprende: il cono interno, il cono esterno e l’ugello. Essi sono sagomati in modo da dare ai gas che si scaricano nell’atmosfera la massima velocità per ottenere la maggior spinta possibile.
8) Gli accessori comprendono: la dinamo per produrre l’elettricità; le pompe per il combustibile che prelevano il carburante dal serbatoio e lo inviano sotto pressione al collettore, dal quale viene distribuito ai polverizzatori; le pompe del lubrificante; i compressori per usi speciali  (cabina, comandi, ecc.). Tutti questi meccanismi ricevono il moto dal gruppo di ingranaggi portato dall’albero anteriore. Altro importante accessorio è il motorino di avviamento che comanda l’albero principale tramite un complesso di ingranaggi ed un innesto a denti frontali. In tal modo il complesso rotante viene messo in movimento ed il motorino si disinnesta non appena il reattore sviluppa una potenza sufficiente per funzionare da solo.

Per rendere più chiara la descrizione riportiamo una figura (adattata al sito) rinvenibile all’indirizzo: http://jn.passieux.free.fr/images/Goblin_2.jpg .
In molti siti internet si trovano le caratteristiche tecniche di questo motore; noi per ora non siamo riusciti a trovare i documenti originali che dovrebbero essere conservati al Montani, ammesso che esistano, e non possiamo sapere se corrispondono a quelli trovati in internet, poiché di Goblin vi sono almeno sei versioni diverse.

Per consultare le altre due schede scrivere: “Goblin” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e adattamento del testo di Fabio Panfili.
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