Antichi diapason e risonatori 2ª parte

 Cinque antichi diapason e due risonatori. Seconda parte.
Nell`inventario del 1906 a pag. 234, n° 856, si legge: “un diapason con cassetta di risonanza e 5 senza. Condizioni buone. ₤ 25”.
Nell`inventario del 1912 a pag. 52, n° 880 si legge: “Diapason assortiti con cassetta di risonanza. Condizione buona. ₤ 9”.
Gli esemplari qui presentati forse sono i più antichi che ci sono pervenuti, anche se non ci sono indizi per identificarli con quelli citati nei due inventari.
Per confronto abbiamo messo nelle foto un Mi3 di 320 Hz delle Officine Galileo di Firenze, di epoca più recente e che fa parte della collezione del Montani.
Anticamente sul piede c`era una vite per assicurarne l`aderenza alla cassa e forse questo potrebbe provare che due di essi sono tra i primi acquistati.
Per esigenze fotografiche due diapason sono stati messi su casse di risonanza identiche, ma essi non sono della stessa frequenza.
Chi scrive e l`Ing. Profumieri hanno misurato, per ora in fretta e con poca accuratezza, le frequenze dei diapason, usando un microfono con amplificatore e un oscilloscopio, poiché nessuno di essi reca incisa la nota emessa.
Due sono uguali sia per lo spessore sia per la lunghezza dei rebbi (14,5 cm) e danno il Do3 di 256 Hz; frequenza poi confermata per confronto diretto con un diapason tarato; il terzo ( L = 13,8 cm) e il quarto (L =14,5 cm) richiedono un`indagine più paziente, così come il quinto (L = 10,8 cm) che da una nota più acuta del Do4.
In seguito, per meglio individuarne le caratteristiche, si dovranno misurare anche gli spessori dei rebbi e le note emesse degli ultimi elencati.

Per ora chi scrive ha usato anche il metodo illustrato nella figura 12 che consiste nell`avvicinare il diapason, oggetto della misura, ad uno di frequenza nota montato sulla cassa.
Nel caso dei due Do3 si è semplicemente udita la risonanza netta della cassa quando si è accostato il diapason alla sua bocca; poi, fatto suonare anche quello campione, la nota emessa da entrambi era decisamente uguale, senza alcuna presenza di battimenti.
Purtroppo per nessuno degli altri tre è accaduto nulla del genere; le risonanze con tutte le casse dei diapason campioni erano deboli con totale assenza di battimenti quando veniva percosso il loro diapason.
Una ulteriore indagine richiederebbe: o ricorrere ad un pianoforte che però è intonato sulla scala a temperamento equabile, ma potremmo comunque avere eventuali battimenti, o amplificare sia il suono di un generatore di frequenze sia il suono dei tre diapason (uno alla volta) e cercare per confronto la frequenza da loro emessa. Tra i numerosi esperimenti con i diapason, si possono eseguire: le risonanze in varie situazioni, la riflessione su di uno specchio, l`interferenza, i battimenti, la trasmissione e ricezione sintonica in analogia con gli apparecchi radio, ecc. ecc. .
Le figure sono tratte da J. Tyndall, Sound, P. F. Collier & Son a New York, 1902; nel testo vi sono altre figure significative sulle applicazioni del diapason.
Per consultare sia la scheda “Diapason e risonatori” sia la prima parte scrivere “diapason” su Cerca.
   Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo di Fabio Panfili.
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