Voltmetro da quadro a ferro mobile C.G.S. H C 18 N° 188564

     Voltmetro da quadro a ferro mobile C.G.S. matr. N° 188564.
Nell`inventario D del 1933/1937, al n° 35 si legge: “Voltometro da quadro – CGS – elettromagnetico – 150 V – tipo H C 18 – N° 139990 – 188564 – su mensola-. Quantità 2 . ₤ 200. Prima Destinazione (Laboratorio Misure Elettriche)”.
Come abbiamo ripetuto in varie schede, questi strumenti risalgono sicuramente agli anni Venti del Novecento, ma le descrizioni degli inventari precedenti, prive di indicazioni certe, non ci permettono il loro riconoscimento.
Il dischetto in alto a destra sulla mensola con la scritta: “C – 15” era in uso appunto intorno agli anni Venti.
Inoltre abbiamo notato che le valutazioni fatte dall`estensore di questo inventario D sono prive di attendibilità in quanto attribuiscono ad ogni strumento di questo tipo il valore di ₤ 100.
La sigla H C negli strumenti della ditta significa che il loro equipaggio è a ferro mobile.
Sul quadrante in alto si vede il logo della ditta; la scala è tipica degli strumenti a ferro mobile, ricavata empiricamente, con portata di 150 V; sotto di essa si legge: “VOLT” e in basso a sinistra c`è la sigla H C 18, mentre in basso a destra, oltre al numero di matricola, si legge “C.C. C.A.”.
Sotto il quadrante una targhetta reca la scritta:  “ISTRUMENTI DI MISURA MILANO C.G.S. MONZA”. La sigla C.G.S. fu scelta da Olivetti in omaggio all`omologo sistema di misura.
La pulizia accurata e le prove di funzionamento sono state eseguite con la consueta perizia e meticolosità dall`ing. Profumieri.
L`equipaggio a ferro mobile viene descritto nella sezione Elettronica a proposito degli amperometri CGS HC18T 2160305 e CGS HC18T 2160296 prima parte (è sufficiente scrivere i loro numeri di matricola su Cerca per trovarli).
Bibliografia:
L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 133 – 135 .
J. H. Fewkes and J. Yarwood, Electricity, Magnetism, and Atomic Physics, Vol. I, University Tutorial Press LTD near Cambridge, London 1956, pp. 87 – 89.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.