Trasformatore a corrente costante Pellizzari N° 21188


   Trasformatore a corrente costante Pellizzari N° 21188.
Non è stato rinvenuto negli inventari d`epoca.

Una targhetta reca la seguente scritta: “Pellizzari Arzignano – Trasformatore 2 Fase – Tipo T.M.R.A. – N° 21188 – Anno … – kVA 3 – cos φ  0,8 – Hz 50 – Rapp. Spire … – V Prim. 250 Sec 455 – Gruppo CEI – A Sec. 6,6 – V.c.c. … – cos φc.c. … – Raffreddamento …”.
Una spiegazione dettagliata del suo funzionamento di trova nel testo citato in bibliografia.
Qui, per rendere doveroso omaggio agli Autori che hanno educato generazioni di studenti con i loro famosissimi libri, riportiamo le prime righe di pag. 482:
«Col nome di trasformatore a corrente costante si denota un trasformatore speciale che realizza la trasformazione
 da una linea primaria a tensione costante ad una linea secondaria a corrente costante, indipendentemente dalla resistenza del circuito utilizzatore».
Nella figura 3-610 vi è lo schema di un trasformatore simile al nostro esemplare. Si notino le due grandi bobine sovrapposte: quella in basso è il primario fisso sul fondo, quella superiore è sospesa ad un bilanciere collegato con un contrappeso.
In assenza di corrente la bobina del secondario poggia su quella del primario poiché il contrappeso è insufficiente a tenerla sollevata.
Per ottenere l`equilibrio infatti è necessaria la repulsione tra le due bobine percorse da correnti opposte.
Il circuito magnetico ha le tre colonne allungate.
Non ci addentreremo nei particolari del suo funzionamento, ma accenneremo a tre situazioni: a circuito secondario aperto, a circuito secondario in corto circuito e a circuito secondario chiuso su un utilizzatore.
Nella prima non c`è la repulsione e il secondario è appoggiato sul primario e ai capi del secondario vi è la f.e.m tipica dei trasformatori a vuoto.
Nella seconda situazione all`inizio entrambe le bobine saranno percorse da forti correnti che subito provocheranno una repulsione notevole; la bobina secondaria si innalzerà fino a raggiungere un equilibrio dinamico con l`intervento anche del contrappeso: il flusso magnetico si disperderà in gran parte nello spazio tra le due bobine (vedi la figura 3-611) e al secondario si avrà contemporaneamente una grande riduzione di corrente che si ripercuoterà sul valore della corrente primaria facendola diminuire.

Nel caso del collegamento con un utilizzatore la corrente secondaria (e dunque anche la primaria) raggiungono i valori dovuti all`equilibrio e, nel caso che la resistenza dell`utilizzatore dovesse variare, anche le correnti varierebbero facendo raggiungere al trasformatore una nuova posizione di equilibrio mantenendo la corrente del secondario costante.
L`uso più frequente di questi trasformatori era per l`alimentazione di piccoli impianti di illuminazione pubblica con le lampade in serie che richiedevano appunto una corrente costante, tipicamente del valore compreso tra 6,6 e 7,5 A.
Per potenze di circa 30 kW (10 volte quella del nostro esemplare) la tensione primaria va dai 6000 ai 20.000 V, con un fattore di potenza a pieno carico dell`ordine di 0,9.
L`Ing. Profumieri, con la consueta perizia, ha reso l`oggetto idoneo per essere esposto rispettandone l`originale integrità.
Bibliografia: L. Olivieri ed E. Ravelli, Elettrotecnica – Macchine Elettriche, Vol. II, CEDAM, Padova 1960; pp. 482 – 486, da cui sono tratte le figure 3-610 e 3-611.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.