Microwave test bench FXR


Microwave test bench FXR.
Nell’inventario D del 1956 a n° 1978 si legge: «1 settembre 1961. Imp. Ing. Ugo De Lorenzo – Milano. Banco di prova per microonde, completo di 22 pezzi, ₤ 1.850.000. Destinazione Rad.».

Non abbiamo trovato nei laboratori le relative istruzioni d’uso contenenti le caratteristiche delle componenti il banco di prova.
In seguito ad un occasionale scambio di informazioni, il prof. Giuseppe di Massa dell’Università della Calabria, solo esaminando alcune foto a distanza, mi ha fornito alcune preziose indicazioni sugli strumenti, mostrando una curiosità e un interesse che non sono solo professionali.

Eventuali inesattezze sono da attribuire a chi scrive queste note.
Egli mi ha scritto testualmente:
«Si tratta di un banco didattico a microonde operante in banda X (8,2 – 12,4 GHz). Dovrebbe essere degli anni 50/60.
Il banco utilizza come mezzo di trasmissione guide d’onda rettangolari operanti sul modo fondamentale TE_10.
Il banco è alimentato da un klystron che opera su singola frequenza nella banda suddetta. La frequenza può essere aggiustata modificando le tensioni di alimentazione del klystron.
L’alimentatore prevede anche la possibilità di modulare la portante con un’onda quadra ad una frequenza variabile intorno ad 1 KHz.
Osserviamo la parte trasmittente del banco.
Troviamo:
1) Il klystron con il cavo di collegamento al suo alimentatore;
2) Un ondametro per la misura della frequenza, è costituito da una cavità cilindrica con una base mobile mediante un regolo graduato. Funziona in questo modo, si ruota lentamente la parte mobile fino a che
nel misuratore a valle non si nota una brusca variazione del segnale, conseguentemente la cavità è accordata sulla frequenza di trasmissione che possiamo leggere sulla scala stampata sulla cavità;
3) Una guida fessurata con sistema di movimento di precisione, serve a misurare il ROS della guida.
Muovendo il carrellino lungo la guida il probe segue l’andamento del campo (il profilo dell’onda stazionaria). Nel carrellino è posto un diodo rivelatore che demodula il segnale ad 1 KHz. Il segnale viene letto con un rosmetro.
La misura avviene nel modo seguente, si posiziona il cursore sul massimo del campo,
si varia il guadagno fino a portare l’indice a fondo scala, si muove di nuovo il cursore portandosi sul minimo e sulla scala leggo direttamente il valore di ROS (per definizione il ROS è il rapporto fra valore massimo e valore minimo della tensione ed indica di quanto è disadattata la linea);
4) Piccola antenna a tromba;
La parte ricevente, composta da soli tre componenti più una tavoletta:
5) La tavoletta posta fra i due banchi serve a misurare l’angolo reciproco fra le due antenne in modo da poter misurare il diagramma di radiazione;
6) Antenna a tromba ricevente;
7) Attenuatore variabile (si noti la levetta che permette di inserire 0, 2, 6, 12, 20 dB di attenuazione);
8) Terminazione con diodo rilevatore per misurare il segnale ricevuto demodulato.
In conclusione col banco si possono misurare i parametri di adattamento (ROS) che il diagramma di radiazione dell’antenna a tromba.
Ovviamente ognuno di questi componenti può essere studiato in dettaglio con tutta la teoria che c’è dietro».
Nelle foto inviate al prof. G. Di Massa mancava il bolometro che è stato da noi rinvenuto dopo aver trovato due foto con l’intero banco di prova; la prima risalente forse al 1961, la seconda del 2004.
Attualmente non sappiamo perché il bolometro, che serve a misurare la potenza del segnale ricevuto demodulato, non sia della FXR ma della Hewelett Packard. Forse è stata una scelta avvenuta più tardi.
Purtroppo nessuno di nostra conoscenza, pur insegnando nella sezione Radiotecnica all’epoca, ricorda chi usava questo apparato.

Dato che il banco è composto da molte parti, abbiamo deciso di presentarle in numerose schede.
Per consultarle scrivere “FXR” su Cerca.
Ringrazio il prof. Giuseppe Di Massa per la cortesissima collaborazione.
Ignoro chi ha scattato la foto in grigio del 1961.
La foto su panno rosso (2004) è di Daniele Maiani.

Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e parte del testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.