Amperometro a zero centrale C.G.S. mod. HW18T N° 2789859 (G. Barbieri)

L`amperometro C.G. S., matr. N° 2789859, è stato donato nel gennaio del 2016 dal P.I. Sig. Guido Barbieri di Modena, tramite Fabio Panfili e Stefano Luzi, e va ad arricchire la collezione del Montani.
Il numero di matricola suggerisce una data di fabbricazione intorno ai primi anni `60.
L`amperometro è a zero centrale e, oltre a misurare, indica se in una misura continuativa nel tempo la corrente abbia cambiato verso rispetto a quello che aveva all`inserimento dello strumento, come un galvanometro.

Sul quadrante in alto si vede la scala con portata massima di 75 divisioni.
In basso a sinistra vi sono: il logo della CGS ITALIA; il modello HW 18 T e il numero di matricola.
Al centro, ancora più in basso si legge: “80 mV ai capi del cordone di m 1,5 mm² 3”.
Sulla destra, in linea con le scritte a sinistra, si legge: “mA 25”; poi i simboli CEI dicono che:
a) la classe dello strumento è 0,5;
b)
lo strumento è a bobina mobile immersa nel campo di un magnete permanente; c)
è costruito per misure in C.C.;
d) la tensione di prova di isolamento è di 2 kV;
e) per eseguire le misure il quadrante va messo in posizione orizzontale.
La scala è tipica degli strumenti a bobina mobile ed è lineare; sotto di essa campeggia la lettera A.

All`interno dello sportellino c`è lo schema molto semplice che indica come ottenere le portate di fondo scala con l`ausilio di un derivatore adatto e riporta i valori seguenti: 37,5 A, con 0,5 A/div; di 75 A con 1 A/div; 150 A con 2 A/div e 300 A con 4 A/div. Il derivatore non fa parte della collezione.
L`ing. Claudio Profumieri ha provato lo strumento che risulta perfettamente funzionante.
Un sentito ringraziamento va al Sig. Guido Barbieri che, pur non essendo un ex allievo, ha voluto donare molti pregevoli strumenti al Montani.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

Amperometro C.G.S. mod. HC130T N° 1622365 (G. Barbieri)


 L`amperometro C.G.S. Matr. N° 1622365 è stato donato nel gennaio del 2016 dal P.I. Sig. Guido Barbieri di Modena, tramite Fabio Panfili e Stefano Luzi e va ad arricchire la collezione del Montani.
Il numero di matricola suggerisce una data di fabbricazione intorno agli anni ’50.

Sul quadrante a sinistra in alto si vedono: il logo della CGS ITALIA e il modello HC130T; sulla destra i simboli CEI dicono che: la classe dello strumento è 1; lo strumento è a ferro mobile; è costruito per misure in C.A. con un campo di frequenze da 40 a 60 Hz; la tensione di prova di isolamento è di 2 kV; per eseguire le misure il quadrante va posto in orizzontale.
La scala è tipica degli strumenti a ferro mobile e non è lineare; sotto di essa campeggia la lettera A.
All`interno dello sportellino c`è lo schema molto semplice che indica come ottenere le portate di fondo scala sia di 25 A, sia di 50 A.
In una foto qui sotto il tipo di inserzione che si vede permette una portata fondo scala di 50 A.
Lo strumento, sottoposto ad una breve prova dall`ing. Profumieri, risulta funzionante.
Un sentito ringraziamento al Sig. Guido Barbieri che, pur non essendo un ex allievo, ha voluto donare molti pregevoli strumenti al Montani.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo di Fabio Panfili.
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Amperometro a zero centrale C.G.S. mod. HW18T N° 2548051 (G. Barbieri)


L’amperometro C.G. S., matr. N° 2548051, è stato donato nel gennaio del 2016 dal P.I. Sig. Guido Barbieri di Modena, tramite Fabio Panfili e Stefano Luzi e va ad arricchire la collezione del Montani.
Il numero di matricola suggerisce una data di fabbricazione intorno ai primi anni Sessanta del Novecento.
L’amperometro è a zero centrale e, oltre a misurare, indica se in una misura continuativa nel tempo la corrente abbia cambiato verso rispetto a quello che aveva all’inserimento dello strumento, come un galvanometro.

Sul quadrante in alto si vede la scala con portata massima di 50 divisioni. In basso a sinistra vi sono: il logo della C.G.S. ITALIA; il modello HW 18 T e il numero di matricola. Al centro, ancora più in basso si legge: “80 mV ai capi del cordone di m 1,5 mm² 3”. Sulla destra, in linea con le scritte a sinistra, si legge: “mA 26”; poi i simboli CEI dicono che: la classe dello strumento è 0,5; lo strumento è a bobina mobile immersa nel campo di un magnete permanente; è costruito per misure in C.C.; la tensione di prova di isolamento è di 2 kV; per eseguire le misure il quadrante va messo in posizione orizzontale.
La scala è tipica degli strumenti a bobina mobile ed è lineare; sotto di essa campeggia la lettera A.

All’interno dello sportellino c’è lo schema molto semplice che indica come ottenere le portate di fondo scala con l’ausilio di un derivatore adatto e riporta i valori seguenti: 50 A, con 1 A/div; di 100 A con 2 A/div; 150 A con 3 A/div e 300 A con 6 A/div.
L’ing. Claudio Profumieri ha provato lo strumento che risulta perfettamente funzionante.
Un sentito ringraziamento va al Sig. Guido Barbieri che, pur non essendo un ex allievo, ha voluto donare molti pregevoli strumenti al Montani.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

Amperometro C.G.S. mod. HW18T N° 2135694


Amperometro C.G.S. Italia mod. HW18T, matr. N° 2135694.
Nell’inventario del 1956 si trova al n° 3024 dove si legge:
“C.G.S. Monza tramite SIME – Fermo. Amperometro mod. HW18T 0,5 – 1,5 A ”, destinato al Laboratorio Misure Elettriche, è stato acquistato nel 1962.

Questo strumento ha due portate fondo scala: 0,5 A e 1,5 A in corrente continua; ha classe 0,5 , è testato per una tensione di prova di 2 kV, e si usa solo orizzontalmente.  L’amperometro è a bobina mobile immersa nel campo magnetico di un magnete permanente.

Nella collezione del Montani esistono molti strumenti di questo tipo, con caratteristiche uguali o solo leggermente diverse.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni,  ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Amperometro da quadro a ferro mobile Ing. O. Farina – S. Guggenheimer N° 372361

Amperometro da quadro a ferro mobile Ing. O. Farina – S. Guggenheimer, matr. N° 372361.
Nell`inventario D del 1933/1937 al n° 122 si legge: “Amperometro da quadro e. m. – S.G. – 400 A – N° 372361- su mensola. ₤ 100. Prima destinazione Laboratorio Macchine Elettriche”.
Tra gli indizi che ci lasciano perplessi sulla data di acquisto non ultima è la valutazione fissata dall`estensore dell`inventario sicuramente in modo arbitrario, in ₤ 100 di tutti gli strumenti da quadro fino alle numerazioni intorno al 140!
Siamo certi che lo strumento sia molto più antico soprattutto per le sue particolarità costruttive e per la storia dei costruttori, ma per ora non è stato possibile individuarlo negli inventari precedenti per la loro genericità descrittiva.
La costruzione dello strumento fu eseguita da Sigfried Guggenheimer su richiesta della ditta Ing. O. Farina.
La sua peculiarità è la portata fondo scala di ben 400 A, notevoli al riguardo sono le dimensioni inconsuete dei morsetti richieste dall`intensità della corrente elettrica, come si vede nelle foto.
Sul quadrante, al centro campeggia la A, inoltre si leggono: Ing. O. Farina, Milano; il logo S G e il numero di matricola. I simboli dicono che lo strumento va usato in verticale ed è idoneo per misure in C.C. e in C.A. ; infatti è a ferro mobile e da questo tipo di equipaggio deriva la forma della scala; non sappiamo con certezza i significati della lettera G e della stellina rossa che compaiono in molti strumenti degli anni Dieci o Venti del Novecento.
Un altro indizio della datazione dello strumento è la presenza, tipica di quegli anni, del cerchietto che si trova sopra il quadrante e che reca la scritta: “A 19”.
E, per concludere, la ditta S.G. fu fondata nel 1906 e chiusa nel 1933.
Bibliografia:
L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 133 – 135 .
J. H. Fewkes and J. Yarwood, Electricity, Magnetism, and Atomic Physics, Vol. I, University Tutorial Press LTD near Cambridge, London 1956, pp. 87 – 89.
Foto di Claudio Profumieri, che ne ha fatto un lieve restauro, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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